Maremma

MaremmaTramonto spiaggia di Cala Violina baia in Maremma. Diritto d'autore: stevanzz / 123RF Archivio Fotografico

Presentazione


"Maremma amara", recitava un adagio popolare coniato per descrivere una terra maledetta, paludosa e infestata dalla malaria, abitata da gente ostinata e fatalista ma tenacemente attaccata ai suoi luoghi. Oggi, di amaro la Maremma conserva solo un lieve retrogusto nel carattere selvaggio del suo patrimonio naturale, e ville affacciate sul Tirreno hanno sostituito le povere case dei contadini di un tempo e il turismo è divenuto l'attrattiva principale dell'arco di costa compreso fra il promontorio di Piombino e quello dell'Argentario.
L'offerta turistica della Maremma è davvero invidiabile e fa di questa terra il fiore all'occhiello del mare di Toscana. Le paludi sono state bonificate, e non si muore più di malaria, ma politiche lungimiranti di salvaguardia hanno conservato parte dell'ecosistema umido, offrendo agli appassionati naturalisti occasioni uniche per ammirare gli animali che popolano le ormai rare aree paludose rimaste intatte in Italia. Il Parco Regionale della Maremma, che protegge le terre dei butteri, è stato il primo ad essere istituito in Toscana, nel 1975, e si estende da Principina a mare fino a Talamone, salvaguardando un'area di oltre 100 chilometri quadrati. Davanti alla costa maremmana c'è infine il Parco Naturale dell'Arcipelago Toscano che tutela le isole prospicienti la costa, una collana di perle disseminate nel blu del Mediterraneo. La presenza di una così vasta rete di aree protette, fa sì che l'offerta turistica della Maremma non si esaurisca nei mesi di altissima stagione estiva, quando a farla da padrone è il dolce far niente sotto l'ombrellone. I periodi migliori per avventurarsi alla scoperta della natura protetta in Maremma sono infatti la primavera e l'autunno.
Le acque del Tirreno che lambiscono la costa della Maremma, ogni anno vengono premiate con la bandiera blu della comunità europea che certifica la qualità e la purezza del mare. Da Follonica a Talamone si trovano sistemazioni per tutti i gusti, dai luoghi informali punteggiati di locali notturni e discoteche, fino a piccoli centri dove regnano tranquillità e riservatezza e davanti alle ville sono ormeggiate le barche dei vip.
La storia non ha mancato di lasciare le sue orme nell'entroterra maremmano dove si possono ammirare eccellenti testimonianze della civiltà etrusca, ma anche suggestivi borghi medievali fortificati, castelli e torri a guardia delle colline. Altra allettante caratteristica di questo spicchio di Toscana è la naturale ricchezza di sorgenti termo - minerali, oggi sfruttate grazie ad eleganti e moderni stabilimenti termali dove si possono godere i benefici terapeutici delle acque e trascorrere una vacanza all'insegna del relax.
I buongustai non avranno di che lamentarsi, visto che la cucina tipica maremmana offre piatti semplici e schietti, dal sapore deciso. I più apprezzati sono i cosiddetti "piatti poveri", lascito della magra Maremma di un tempo, come la bruschetta e l'acqua cotta. Non mancano ovviamente eccellenti primi piatti fatti in casa, ottimi insaccati e prelibatezze a base di cacciagione, come il cinghiale alla maremmana.

Storia


Tutte le popolazioni che hanno abitato la Maremma si sono dovute confrontare con il suo territorio aspro e poco ospitale e dunque la storia di questa terra coincide con la cronaca dei successi e dei fallimenti nelle opere di bonifica del terreno stagnante, infestato dalle zanzare della malaria.
Terra di miniere e pascoli, la Maremma è stata definitivamente bonificata solo alla fine del XIX secolo, quando draghe e trattori hanno permesso di interrare definitivamente le paludi e di rendere nuovamente fertile il terreno, e il chinino ha permesso agli abitanti di curarsi.
Le ossa fossili di orsi delle caverne , linci, tigri, iene e lupi conservate nelle grotte dell'Uccellina, di Ravi e di Massa Marittima testimoniano che già gruppi di cacciatori neandertaliani abitarono la Maremma, presumibilmente attratti dalla ricca fauna della zona. I primi stanziamenti stabili si devono agli Umbri, che si fermarono nelle aree più interne per dedicarsi alla pastorizia. Quando gli Etruschi prevalsero sugli Umbri, la Maremma divenne un punto di riferimento per l'economia e i commerci di tutto il Mediterraneo.
La civiltà etrusca risale al X secolo a.C., quando la Toscana venne riunita per assumere grosso modo i confini che ancora oggi conserva e i suoi signori divennero tra i più potenti del Mediterraneo, grazie all'abile e sapiente sfruttamento delle risorse minerarie dell'Isola d'Elba e delle Colline Metallifere. La Maremma rivestiva grande importanza strategica per gli Etruschi che infatti furono i primi ad avviare opere di sistemazione idrogeologica e di sistemazione del suolo per consentire l'avvio delle attività agricole. Quando la civiltà etrusca giunse all'apice, nel VII secolo a.C., Talamone era l'emporio commerciale di tutto l'entroterra maremmano, strategica testa di ponte sul Mar Mediterraneo.
L' Etruria era divisa in 12 potenti lucumonie e due tra le più importanti si trovano proprio in Maremma: Roselle e Vetulonia custodiscono un patrimonio archeologico di importanza straordinaria, i loro reperti hanno fornito scenari dettagliatissimi agli studiosi di una civiltà che non ha lasciato alcuna testimonianza scritta. Di pari importanza furono gli insediamenti di Statonia, Saturnia, Heba e Caletta, e i porti di Talamone e Porto Ercole. Una vacanza in Maremma non può dunque dirsi completa se non dedica almeno un po' di tempo alla affascinante scoperta della civiltà etrusca, che ancora oggi qui si mostra in tutta la sua potenza e suggestione.
Ricca e potente, Vetulonia era una delle principali lucumonie etrusche che basava la sua economia sul commercio con i porti del Mediterraneo e con l'Oriente. L'influenza di Vetulonia fu enorme fino al VI secolo a.C. quando, per ragioni ancora ignote, iniziò un declino irreversibile e i suoi abitanti si diressero verso Roselle e Populonia, le sue dirette concorrenti che ne avevano preso il posto. Oggi Vetulonia si distingue per essere una delle necropoli etrusche meglio conservate ed offre al visitatore uno splendido panorama sulla pianura che da Grosseto giunge fino al mare. Nella via del Sepolcro si susseguono la Tomba del Belvedere, il Tumulo della Pietrera, il Tumulo del Diavolino e la Tomba della Fibula d'oro, mentre il ricchissimo corredo funerario rinvenuto a Vetulonia è conservato nei musei archeologici di Grosseto e Firenze. Soltanto nel 1887 la corretta posizione della città fu identificata dal medico condotto di Campiglia Marittima, Isidoro Falchi, e da allora il paese di Poggio Colonna è stato ribattezzato con il nome della città etrusca.
Roselle conserva quasi intatta la poderosa cinta muraria eretta nel VI e V secolo a.C. quando divenne una delle più potenti lucumonie etrusche, sottraendo il primato a Vetulonia. La potenza di Roselle fu determinata con buona probabilità dalla posizione strategica: sorgeva sulla sommità di un colle, affacciata su un ampio lago navigabile collegato al mare e si trovava dunque al centro delle vie di comunicazione che univano l'Etruria settentrionale a quella meridionale. La vocazione prevalente di Roselle fu comunque quella agricola e proprio qui si sviluppò la fiorente coltivazione dell'olivo, anche se i suoi abitanti erano noti in tutto il Mediterraneo per la straordinaria abilità nella lavorazione della ceramica. Roselle si oppose strenuamente all'invasione romana, ma nel 296 a.C. dovette capitolare davanti al console romano Lucio Postumio Megello ed uniformarsi allo stile di vita romano: in questo periodo si costruirono il foro, le terme e l'anfiteatro.
Attorno al I secolo d.C., Roselle seguì il declino dell'impero romano e finì vittima degli invasori saraceni che la distrussero e ne saccheggiarono le ricchezze nel 935. Oggi Roselle offre una concentrazione incredibile di testimonianze storiche ed archeologiche, dalle vestigia etrusche e romane fino ai lasciti del periodo medievale. Del periodo etrusco si conservano le mura di fortificazione, anticamente arricchite da ben sette porte di ingresso, alcune tombe a camera, numerosi forni e buche scavate nella roccia che testimoniano della fiorente attività di lavorazione delle ceramiche.
I resti romani sono sovrapposti a quelli etruschi poiché gli invasori decisero di edificare case e monumenti sopra i resti della civiltà precedente in segno di completa sottomissione e dominio. Le strade sono lastricate in pietra come in ogni città romana e si conservano ancora oggi i resti del foro, le terme, l'anfiteatro e molte ville patrizie. Di particolare interesse è il tempietto chiamato Domus dei mosaici, una grande villa signorile dove i pavimenti delle camere sono decorati con mosaici bellissimi. Al periodo cristiano risale la basilica, mentre si devono ai Longobardi le numerose tombe a cassone rinvenute nell'area del foro romano.

Maremma protetta


Le paludi della Maremma erano causa di malattia e morte, perciò si è giunti alla determinazione di bonificare vaste aree di terreno, per renderlo vivibile e sfruttabile per l'agricoltura e l'allevamento.
Ma le poderose bonifiche della Maremma hanno anche alterato per sempre il paesaggio e l'ambiente integro di un tempo e, per salvare quel che restava, nel 1975 è stato istituito il Parco Regionale della Maremma che dalla pineta di Principina a Mare fino a Talamone protegge un tratto di costa di 20 chilometri, un'area di oltre 100 chilometri quadrati e tutti i Monti dell'Uccellina.

Il Parco Regionale della Maremma


E' uno dei più grandi d'Italia e tutela una lunga serie di ecosistemi e paesaggi diversi che, complessivamente, restituiscono un'immagine fedele e completa della Maremma originaria. All'interno del parco si trovano infatti tutti gli ambienti tipici della Maremma: i pascoli dove vivono cavalli e mucche di razza maremmana, bianche e dalle corna lunghissime, le dune e i tomboli, la macchia mediterranea, l'estuario dell'Ombrone con gli acquitrini della Trappola, la pineta e i monti. Gli ospiti fissi del parco sono daini, cinghiali, caprioli, tassi, istrici, martore, faine, conigli selvatici, oltre alle innumerevoli specie di uccelli che popolano le zone umide paludose.

La foce dell'Ombrone


Offre uno degli spettacoli naturali di più intensa suggestione, anche perché rappresenta uno degli ultimi lembi di terreno paludoso che si sono salvati dalle bonifiche e dal cemento. Le zanzare della malaria sono state definitivamente debellate ed oggi questo scorcio di Maremma, il più settentrionale del Parco, offre l'occasione per splendide escursioni naturalistiche alla scoperta di un ecosistema integro che ospita tantissime varietà di uccelli. Il luogo ideale per gli appassionati di birdwatching sono le paludi sulla sponda destra dell'Ombrone, dette della Trappola: una serie di specchi d'acqua intervallata da dune di sabbia, che si offrono in tutto il loro splendore soprattutto dopo l'arrivo delle prime piogge autunnali, quando arrivano anche le specie migratorie.
Sono tantissimi gli uccelli stanziali che nidificano fra la ricca vegetazione che fiancheggia il fiume: in mezzo all'intrico di canne, pioppi, salici, ontani e tra i cespugli di rose canine e ginestre si riproducono fagiani, pettirossi, merli e tante altre specie. Tantissimi sono anche gli uccelli migratori che fanno sosta alla foce dell'Ombrone, le anatre selvatiche, i trampolieri, come il cavaliere d'Italia e l'airone, la marzaiola, i combattenti, i beccaccini e tantissimi altri. Qui potrete inoltre osservare folaghe, upupa, martin pescatori e falchi pescatori, appostati tra le canne in caccia di cibo.
Ai margini della zona paludosa si allevano mucche e cavalli di razza maremmana, esemplari che nel corso degli anni la selezione ha reso capaci di resistere alle durissime condizioni di vita in zone infestate dalla malaria. Cavalli e mucche sono particolarmente resistenti e robusti e vederli correre liberamente allo stato brado nei pascoli è uno spettacolo che difficilmente potrete godervi altrove. Qui i butteri, veri centauri, completi solo se in sella ai loro cavalli, allevano ancora le mandrie alla vecchia maniera. Il cavallo e il buttero sono parte integrante del paesaggio maremmano, perfettamente inseriti nel loro ambiente convivono senza strappi con la fauna selvatica che da secoli si è ormai abituata alla loro discreta e rispettosa presenza. Noleggiando delle veloci canoe si può raggiungere la sponda opposta del fiume, pianeggiante e solcata dai canali di bonifica che convogliano l'acqua delle paludi nel corso dell'Ombrone. L'argine del fiume, costruito alla fine dell'Ottocento per proteggere la città dai frequenti straripamenti, offre la possibilità di lunghe passeggiate a piedi o in bici: tra le canne sottostanti sguazzano anatre e lontre, sotto la superficie dell'acqua si aggirano bisce e tartarughe. I canali sono ricchissimi di pesce e la presenza costante di acqua li rende un patrimonio preziosissimo per gli uccelli nella stagione secca.
La protezione del Parco si estende anche su tutta la pineta di Alberese, stretta fra il mare e i Monti dell'Uccellina, parzialmente bonificata dai Granduchi Lorena. Nel corso dell'Ottocento l'opera di bonifica proseguì e si misero a dimora pini domestici e marittimi che oggi regalano una volta verde fittissima e un sottobosco assai ricco di vita. Una sottile lingua di sabbia bianca divide questa imponente pineta da un mare protetto e limpidissimo: uno scenario straordinario, assolutamente da non perdere.
I più allenati e volenterosi possono affrontare anche le passeggiate sui Monti dell'Uccellina dove si trova ancora oggi una ricchissima fauna selvatica e si possono vedere anche le grotte scavate dall'erosione delle piogge e del mare, nascoste nell'intrico della vegetazione. Una rete di sentieri puliti e ben segnalati, offre tante possibilità per il trekking, dalle passeggiate panoramiche e poco impegnative fino alle scarpinate vere e proprie. I Monti dell'Uccellina in realtà sono poco più che colline, visto che la loro altezza massima supera di poco i 400 metri, e la loro bellezza deriva dallo splendido isolamento che li ha protetti fino a tempi relativamente recenti. Originariamente infatti, erano un'isola in mare aperto e solo l'accumulo di detriti dell'Ombrone nel corso dei secoli ha provveduto a collegarli alla terraferma. Anche dopo che il varco tra i monti e il mare fu colmato, la palude che circondava i Monti dell'Uccellina ha continuato a mantenerli isolati. Per questa ragione ancora oggi sopravvivono qui animali rari, come il gatto selvatico, la lince, i tassi, le volpi e i daini che vivono all'interno della macchia selvaggia e rigogliosa.
Da Principina a Mare fino a Cala di Forno si snoda il lungo tratto di costa che il Parco protegge, l'unico lembo di litorale italiano che possa dirsi ancora davvero intatto. Inutile dire che qui il mare si offre in tutto il suo splendore: protetta alle spalle da bastioni di roccia, la spiaggia particolarmente chiara e fine è lambita da acque davvero cristalline. La bellezza del luogo in passato ha alimentato miti e leggende, mentre oggi è meta dei turisti che se vogliono godere del suo splendore devono usare il massimo rispetto, comportandosi con civiltà e intelligenza. A guardia della costa si ergono ancora oggi i resti delle sette torri di avvistamento e di difesa innalzate per difendere l'entroterra dalle incursioni dei pirati: assieme alla splendida abbazia di San Rabano, costituiscono le maggiori testimonianze della presenza dell'uomo sul litorale maremmano ed offrono al turista, che può raggiungerle con poco impegnative passeggiate, la possibilità di ammirare panorami superbi.
Nel territorio comunale di Castiglione della Pescaia, fra la pineta e la pianura che giunge fino a Grosseto, si trova una delle aree protette più significative ed originali d'Italia, la riserva naturale della Diaccia Botrona. Si tratta di un'area umida paludosa che si estende su oltre 1.000 ettari ed ospita una spettacolare concentrazione di uccelli. Gli appassionati naturalisti potranno ammirare fenicotteri, aironi e limicoli, il nibbio, la ghiandaia e il falco di palude. Fra i giunchi e le canne vivono anche moltissimi anfibi e rettili, le acque sono ricchissime di crostacei e pesci, mentre al limitare dell'oasi naturalistica vivono volpi, ricci, istrici, tassi e nutrie. La riserva della Diaccia Botrona fu istituita nel '96 per proteggere quel che restava dell'antico Lago del Prile, sul quale si affacciava la lucumonia etrusca di Vetulonia, e il suo prezioso e delicato ecosistema offre al turista l'opportunità di fare un'esperienza intensa, quasi nel cuore di una delle capitali balneari della costa maremmana.

Maremma a cavallo


Cavalli e butteri sono i signori incontrastati del paesaggio maremmano e l'escursionista appassionato di avventure in sella potrà trovare in Maremma un'offerta davvero eccezionale.
Tutto il territorio maremmano si presta straordinariamente bene ad essere esplorato a cavallo: dai borghi storici alle foreste dell'Amiata, dai castelli alle paludi acquitrinose, fino alle lunghissime spiagge lungo la costa, i cavalli vi guideranno alla scoperta del volto incontaminato della Maremma, senza spaventare gli animali selvatici che ormai da secoli si sono abituati alla sua discreta presenza. In Maremma esiste anche una rete di ippovie, itinerari selezionati proprio appositamente per essere percorsi a cavallo, che vi condurrà negli angoli più suggestivi della regione. L'itinerario che da Marina di Grosseto porta alle Colline Metallifere, tocca la Diaccia Botrona e Prata, per concludersi nel borgo storico di Montieri.
Da Marina di Grosseto parte anche l'itinerario che passa a sud di Grosseto e giunge in collina, a Scansano. Infine l'ippovia da Scansano all'Argentario, tocca la Marsiliana e il Tombolo della Giannella, affacciato su un mare superbo.

Maremma a piedi


Allo stesso modo degli amanti dei cavalli, gli appassionati di escursionismo a piedi riconosceranno nella Maremma una delle zone più stimolanti d'Italia.
I resti archeologici etruschi e romani, i sentieri nella macchia e nelle aree protette, gli itinerari alla scoperta dell'Amiata offrono occasioni per tutti i gusti e tutte le gambe. I periodi migliori sono naturalmente la primavera e l'autunno, poiché in estate le alte temperature e l'elevato tasso di umidità non permettono passeggiate impegnative. Fa eccezione il Monte Amiata, dove l'elevata altitudine dei sentieri garantisce aria fresca e ossigenata anche nel periodo del solleone.
E' vastissima la rete dei sentieri che solcano la Maremma. Troverete indicazioni dettagliate direttamente sul posto, visto che praticamente qualunque meta scegliate in Maremma esiste sempre la possibilità di fare delle belle escursioni a piedi. Fra i percorsi più curiosi segnaliamo l'anello dell'Amiata, un percorso riservato agli allenatissimi che richiede 12 ore di cammino e attraversa interamente le foreste del parco, e il sentiero che collega Siena all'Argentario: diviso in 29 tappe, il percorso è lungo più di 500 chilometri ed esplora una parte del territorio dove si susseguono paesaggi fra i più suggestivi dell'intera Toscana.
I Monti dell'Uccellina, cuore del Parco Regionale della Maremma, offrono infine una nutrita serie di itinerari brevi e molto piacevoli che danno la possibilità di godere bellissimi panorami sul mare e di aggirarsi fra la vegetazione profumata della macchia mediterranea e delle pinete. L'imbocco dei sentieri si raggiunge soltanto con l'autobus che parte dalla piazza di Alberese. Il biglietto si acquista al punto informazioni del Parco, vicino alla fermata dell'autobus.

Gastronomia e vini


La Maremma è stata a lungo un territorio povero e malsano, perciò la sua cucina era piuttosto frugale. Col passare dei secoli la qualità della vita dei maremmani è di gran lunga migliorata e, con essa, anche il cibo che si trovava in tavola alla sera.
La cucina maremmana conserva la semplicità degli ingredienti ed offre piatti genuini, saporiti e rigorosamente freschissimi. I tortelli maremmani ripieni di ricotta e spinaci sono davvero eccellenti, così come il cinghiale alla maremmana e l'acqua cotta, una sorta di zuppa a base di cipolle, pomodoro, basilico e sedano servita su fette di pane arrostito. Naturalmente squisito è il pesce in ristoranti e locande lungo la costa: grigliate miste e una versione tutta locale del cacciucco alla livornese sono sicuramente da provare.
Pesce e crostacei sulla costa, verdura e frutta di stagione, selvaggina, salumi e formaggi Nell'entroterra: la suddivisione della cucina maremmana in due aree ben definite, rispecchia le differenze profonde che da sempre contraddistinguono l'entroterra dal litorale, in Maremma come in genere in tutta la Toscana. Personaggi, storie, mentalità e modi di vivere drasticamente diversi tra l'entroterra selvaggio strappato alla malaria e la costa splendida, punteggiata da porti e ville lussuose. Il risultato è una vastissima scelta di piatti prelibati e specialità gastronomiche, da gustare preferibilmente con i vini di produzione locale.
Il vino maremmano è una novità nel panorama enologico toscano, assurto solo di recente alla fama già raggiunta da qualche anno da zone di produzione come il Chianti e i Colli Senesi. Il più celebre vino di produzione locale è il Morellino di Scansano, un ottimo rosso che si accompagna bene con piatti a base di carne e pietanze in umido. Ottimo anche il Parrina, coltivato in un limitato lembo di terra ai margini della laguna di Orbetello.

Litorale


Da Follonica a Talamone, la costa maremmana offre un susseguirsi ininterrotto di splendidi paesaggi, dalle spiagge larghe e sabbiose di Castiglione della Pescaia alle pinete di Alberese e Principina. Il mare è ovunque limpidissimo, l'entroterra tutto da scoprire.

Follonica


Follonica è la Rimini della Maremma, qui in estate il numero degli abitanti quintuplica e ovunque si trovano discoteche, ristoranti, pub, caffè e locali notturni. E' il luogo di vacanza prediletto dai giovani toscani e non solo, un centro moderno con una eccellente offerta turistica e ricettiva, affacciato su una spiaggia bianchissima bagnata da acque ogni anno premiate per la loro purezza.
Si ritiene che il suo nome derivi da Follis, un termine latino che significa "mantice da forno" e ben descrive le origini della città, legata alla lavorazione del ferro fin dai tempi degli Etruschi. Fino all'Ottocento le industrie e le fonderie di Follonica funzionavano soltanto nei mesi estivi, poiché d'inverno la malaria rendeva impossibile abitare nella zona. Furono i Lorena a dare un forte impulso alla bonifica delle paludi intorno alla città, che è poi rimasta un vivacissimo polo industriale fino all'arrivo del business legato al turismo di massa.
L'eccellente livello raggiunto dagli artigiani locali è ben dimostrato dai capitelli della chiesa di San Leopoldo, realizzati interamente in ghisa. La chiesa venne eretta fra il 1836 e il 1838 accanto alle Fonderie Granducali ed è il monumento più tipico di Follonica: sempre nel complesso delle ex fonderie si trovano un oggi un Museo del Ferro e un piccolo Museo Archeologico.
La lunga spiaggia di Follonica è orlata da una bellissima pineta che offre la possibilità di muoversi agevolmente a piedi o in bicicletta, oltre a garantire un po' d'ombra nelle ore più calde del giorno. A sud della città si stende uno dei tratti di costa più belli della Toscana, punteggiato da approdi e insenature deliziose, come Cala Martina e Cala Violina, il cui nome deriva dalla "musica" che la particolare sabbia emette quando è sfiorata dal vento.
Una piacevole escursione da Follonica porta a Scarlino, un borgo medievale a pochi chilometri di distanza. Merita una visita la possente Rocca Aldobrandesca da dove si gode un bellissimo scenario sulla campagna circostante. Nelle vicinanze il territorio è ricchissimo di insediamenti etruschi e romani.

Punta Ala


Lasciato il Golfo di Follonica, si raggiunge presto Punta Ala, l'anima vip della costa maremmana dominata dalla mole del Castello Balbo da dove si scorge una vista meravigliosa. Il porto turistico di Punta Ala ne ha fatto un punto di riferimento per gli appassionati del mare e la cittadina offre agli sportivi una gamma vastissima di attività all'aria aperta. Punta Ala fu costruita nel dopoguerra e rappresenta un eccellente esempio di insediamento umano discreto che ha saputo proteggere l'ambiente naturale: le ville sono nascoste nel fitto delle pinete, aiole e prati all'inglese fiancheggiano le piste ciclabili, campi da golf e maneggi completano il quadro. Nel signorile porto di Punta Ala sono ormeggiate splendide imbarcazioni, mentre il centro del paese offre vetrine adatte anche alla clientela più esigente, caffè e ristoranti di eccellente livello.

Castiglion della Pescaia


Castiglione della Pescaia è uno dei centri più pittoreschi della costa maremmana, a metà strada fra l'aria snob di Punta Ala e quella popolare di Follonica: pinete e graziose villette in collina, campeggi e attrezzature sportive, un centro pedonale delizioso e fiancheggiato da bei negozi, mare pulito, scavi archeologici e oasi naturalistiche a due passi di distanza. Il pittoresco porto si anima ogni pomeriggio, quando poco prima del calar del sole fanno rientro i pescherecci carichi di prede e la gente si accalca ai banchi dei venditori lungo il molo.
Bellissimo anche il castello medievale di Castiglione della Pescaia, attorno al quale si stende il borgo antico del paese, ancora oggi abitato e vivace: le stradine lastricate in pietra si aggirano tra balconi fioriti e suggestivi locali ricavati nelle antiche mura. Furono i pisani ad edificare le mura possenti che circondano il borgo, protetto da 11 torri d'avvistamento e dominato dalla mole del castello. A due passi da Castiglione della Pescaia si trovano ancora oggi gli splendidi resti della lucumonia etrusca Vetulonia, che meritano senz'altro una giornata di visita. Gli manti della natura invece non possono perdere la visita della palude della Diaccia Botrona, un'oasi naturalistica a due passi dal centro dove si conserva l'ecosistema tipico della aree paludose. Un'altra piacevole escursione da Castiglione porta a Tirli, attraversando boschi di castagno e fitta macchia mediterranea. Il piccolo paese di Tirli sorge a quasi 500 metri sul livello del mare, immerso in un bosco di lecci e castagni: il centro storico conserva intatto il volto medievale, mentre attorno al cinquecentesco convento costruito dai frati agostiniani c'è una bellissima area a verde attrezzata.
Ugualmente suggestivo è anche il paesino di Buriano,immerso nel bosco e dominato da un possente castellaccio longobardo. Una splendida caletta per gli amanti della natura è invece quella che si apre in località Le Rocchette, poco distante da Castiglione della Pescaia in direzione Follonica: qui gli scogli rossastri si affacciano su acque particolarmente limpide e pulite.
La splendida Pineta del Tombolo unisce Castiglione della Pescaia a Marina di Grosseto, un'attrezzata e gradevole località balneare che si apre su una spiaggia di sabbia finissima straordinariamente larga.

Principina a Mare


Appena oltrepassata Marina di Grosseto, si trova Principina a Mare sul confine settentrionale del Parco Regionale della Maremma, dove oltre a stabilimenti balneari attrezzati di tutto punto, l'offerta per il turista comprende anche escursioni naturalistiche in aree di grande interesse come la Foce dell'Ombrone.

Alberese


Alberese è invece un piccolo paese ai piedi dei Monti dell'Uccellina che fu costruito all'epoca delle bonifiche granducali e rappresenta la base ideale per le escursioni nel Parco Regionale della Maremma. Qui vivono e lavorano ancora i butteri, i cavalli e le mucche si allevano allo stato brado, non è permessa la circolazione delle auto e non si sono costruiti nuovi insediamenti abitativi o alberghi a deturpare il paesaggio.
Anche la spiaggia di Marina di Alberese accoglie solo un numero limitato di visitatori e una sbarra si chiude automaticamente dopo che è passato il numero consentito di veicoli. Percorrere a piedi i sentieri che si addentrano nel folto del parco o fare il bagno in tratti di costa davvero incontaminati, come Cala di Forno, è un'esperienza indimenticabile.

Talamone


Talamone si trova proprio sul limitare del promontorio dell'Argentario ed è dominato da una imponente rocca del Cinquecento che si staglia sul mare. Pare che debba il suo nome all'eroe greco Telamone che approdò qui cn la spedizione degli Argonauti impegnati nella mitica ricerca del vello d'oro. I fondali particolarmente limpidi e pescosi attirano ogni estate gli appassionati di subacquea, ma l'approdo turistico tra i più confortevoli del Mediterraneo, le pittoresche case dei pescatori e il castello medievale fanno di Talamone un centro di vacanza piacevole per tutti i turisti.
Talamone fu un importante porto sia per gli etruschi che per i romani, mentre l'influsso ellenistico è testimoniato dal recente ritrovamento di frammenti scultorei databili circa al 150 a.C. che rappresentano l'atto conclusivo della maledizione di Edipo, nella guerra dei Sette contro Tebe. Splendido è il panorama che si gode salendo fino in cima alla Rocca di Talamone che domina la spettacolare insenatura rocciosa ad ovest dell'abitato. Ne' troppo snob ne' particolarmente adatta al turismo di massa vero e proprio, Talamone conserva il fascino del piccolo paese mediterraneo, attrezzato per accogliere una clientela esigente e discreta, senza manie di grandezza.

L'Entroterra


Per bellezza e occasioni di divertimento l'entroterra maremmano non ha proprio niente da invidiare alla costa che lo abbraccia.
Gastronomia ed escursioni naturalistiche, sport e passeggiate in tranquilli borghi storici, relax alle terme e scenari selvaggi, siti archeologici e piccole località dove si conserva ancora uno stile di vita sobrio e rilassato: una vacanza nell'entroterra maremmano non si lascerà scordare facilmente.
Al confine tra le province di Siena e di Grosseto, meritano senz'altro una sosta Monterotondo Marittimo, piacevole località a 500 metri d'altitudine immersa nella profumata macchia mediterranea, e Montieri dove i colli si trasformano in montagne vere , con picchi che superano i mille metri. Monterotondo è noto per la presenza di tanti soffioni boraciferi che ne fanno un centro termale di prima grandezza: i vapori densi e bianchi, sfruttati anche come fonte d'energia alternativa, regalano benessere e relax grazie alle alte temperature che curano reumatismi, traumi ossei e altre patologie. Il paesaggio è quasi surreale, segnato dai piccoli vulcani dei soffioni ormai esauriti e dai getti di vapore che sprigionano da terra: sbuffi e botti fragorosi risuonano nelle orecchie e una nebbiolina biancastra aleggia sempre a pochi centimetri da terra.

Montieri


E' immersa in un castagneto secolare , appoggiata ad una montagna ricchissima di rame al cui sfruttamento è stata legata per secoli la storia del paese, abitato da minatori che foravano le pendici del monte. Scendendo dal centro del paese verso la valle della Merse, si incontrano ancora i resti di antiche miniere ormai in disuso. Oggi Montieri attira i visitatori che vogliono godere della tranquillità di un paesino di mezza montagna e passeggiare in un centro storico piacevole e ben conservato, fare lunghe escursioni a cavallo nei fitti boschi di castagno fino alle vette panoramiche dei monti circostanti, gustare specialità gastronomiche locali come la pasta fatta in casa e prelibatezze a base di selvaggina.

Massa Marittima


E' una tappa obbligata lungo il percorso che da Siena conduce a Grosseto. Lo sfruttamento delle risorse minerarie garantì a Volterra un rapido sviluppo già attorno al Mille, ma la stagione che le ha conferito il suo straordinario volto è stato il Medioevo. Ancora oggi Massa Marittima conserva in buona parte intatto il tessuto urbano medievale: la Città Vecchia di impianto romanico con il Duomo, il Palazzo dei Vescovi, il Palazzo Comunale e il Palazzo Pretorio collegati alla Città Nuova, costruita secondo un progetto del XIII secolo. La visita di Massa Marittima parte dal Duomo, costruito con forme pisane tra il XII e il XIII secolo e sollevato su un podio a gradoni.
La facciata è di stile romanico pisano sormontata da pinnacoli gotici aggiunti in epoca più tarda. L'interno conserva bassorilievi pre romanici e uno splendido fonte battesimale in travertino, sormontato da un tabernacolo in marmo del Quattrocento. Poco distante dal Duomo si trova la Fonte pubblica, detta dell'Abbondanza, costruita nel 1265: presenta tre grandi archi sotto i quali si trova una ricostruzione fedele dell'antica vasca dove si raccoglie l'acqua che sgorga dall'arco centrale. Fra i numerosi palazzi antichi di Massa spicca il Palazzo Comunale, uno splendido complesso romanico risalente al XIII - XIV secolo.
Il Palazzo del Podestà, costruito nel XIII secolo, ospita le raccolte del Museo Archeologico e della Pinacoteca: vi si ammirano reperti etruschi e una bellissima Maestà di Ambrogio Lorenzetti. Piazza Matteotti è il cuore della Città Nuova: la domina la torre del Candeliere, eretta nel 1228 e collegata alle mura della Fortezza da un grande ponte ad arco. Da vedere è anche il Museo di Storia e Arte delle Miniere, allestito all'interno del Palazzetto delle Armi: vi si raccolgono gli strumenti di lavoro dei minatori, fotografie e numerosi documenti relativi all'attività mineraria. Di grandissima suggestione è infine il Museo della Miniera, realizzato nel 1980 all'interno di alcune gallerie scavate come rifugio durante la seconda guerra mondiale: illustra i vari metodi adottati nel corso dei secoli per sfruttare le miniere di pirite. Una piacevole gita nei dintorni di Massa conduce al Lago dell'Accesa, un invaso carsico di acque purissime profonde fino a 40 metri. Nelle vicinanze del lago si trova il sito archeologico di Macchia del Monte, dove sta venendo alla luce un villaggio etrusco: i reperti rinvenuti fino ad oggi sono esposti nel museo archeologico di Massa Marittima.

Roccastrada


Sorge su una piattaforma di antichissimi massi inclinati e dal suo centro si dipartono le strade che conducono ad alcuni dei borghi più suggestivi delle colline maremmane, come Sassofortino da dove si gode un panorama ineguagliabile, Tatti e Roccatederighi, minuscoli agglomerati di case davvero deliziosi, Montemassi dove si conservano il castello panoramico e la Chiesa di Sant'Andrea. Roccastrada è il più solitario ed austero tra i borghi dell'Alta Maremma e la sua storia di centro minerario si intreccia a doppio filo con quella delle vicinissime Colline Metallifere, già in territorio senese. Proprio le ricchezze del sottosuolo hanno fatto di Roccastrada un centro potente e vivace fin dal Medioevo: oggi si può visitare il centro storico del paese, arricchito da alcuni palazzi antichi e da una bella terrazza panoramica, oppure si può percorrere il vasto sistema di sentieri che toccano tutti i borghi isolati e le frazioni del comune. Si può scegliere la passeggiatina breve, oppure organizzare un giro completo dei dintorni che può richiedere anche una settimana di tempo. Il mare dista solo una mezz'ora in auto.

Campagnatico, Cinigiano e Civitella Paganico


Sono tra le località più piacevoli delle colline maremmane, tranquilli centri agricoli dalle pittoresche caratteristiche architettoniche immersi nel verde. In questa zona si producono un eccellente olio extravergine d'oliva, vini Doc Morellino di Scansano e Montecucco, miele, grappe, salumi e formaggi, ortaggi e frutta spesso provenienti da coltivazioni biologiche.
Campagnatico è dominato dalla possente Rocca Aldobrandesca, nei cui pressi si conservano anche le chiese di Sant'Antonio e dei Santi Cerbone e Michele. Merita sicuramente una visita anche la Pieve Vecchia, a sud dell'abitato, al centro di una vasta area archeologica di origine romana ,come documentano i resti del muro perimetrale. A Cinigiano si può invece visitare la chiesa di San Michele Arcangelo, risalente al XIII secolo, oppure raggiungere la piazzetta centrale per godere lo splendido panorama sulla campagna circostante.
Civitella Paganico offre una vasta serie di itinerari alla scoperta delle colline maremmane: da qui si parte per visitare piccoli borghi come Casal di Pari, Casenovole e Monte Antico sormontate dai castelli medievali, Paganico dove è ancora visibile la cinta muraria costruita nel Trecento, Pari e Badia Ardenghesca dove si conserva una deliziosa chiesa romanica. Civitella Paganico offre anche l'opportunità di visitare la Riserva Naturale del Basso Merse, una cerniera boschiva che costeggia il fiume Merse ed unisce le province di Siena e Grosseto: i boschi di leccio sono abitati da varie specie di animali selvatici e si può passeggiare lungo le rive del fiume, accamparsi all'ombra delle piante oppure visitare il singolare Museo degli attrezzi da lavoro tipici di questa zona della Toscana.

Roccalbegna e Semproniano


Speroni di roccia calcarea dominano gli austeri borghi, ai piedi del versante meridionale dell'Amiata. Sui torrioni calcarei volano numerose specie di rapaci e boschi fitti coprono i fianchi del monte: i pastori della zona sono abituati a convivere con il lupo, che in quest'area selvaggia si è salvato dalla caccia indiscriminata e sopravvive soprattutto nella valle dell'Albegna, che scende da Roccalbegna fino a Saturnia. Qui il Wwf sta elaborando un progetto per reinserire anche il capovaccaio, un piccolo ed elegante rapace che un tempo abitava le campagne toscane e laziali, ma è stato decimato dall'uomo negli ultimi decenni.
Roccalbegna è uno dei borghi più belli dell'alta maremma, di origine medievale e protetto da poderose mura di fortificazione erette dai senesi, mentre Semproniano, la cui origine risale ugualmente al Duecento è priva di mura: furono i senesi a distruggerle per evitare possibili insurrezioni.
Percorrendo suggestive stradine che si inerpicano lungo i fianchi della collina, si scoprono i gioielli di Roccalbegna, come piccole chiese e fortificazioni in pietra: la chiesa dei Santi Pietro e Paolo è il monumento più significativo del paese, con la facciata asimmetrica a causa di un improvviso sprofondamento del terreno. Da qui si raggiungono l'Oratorio del Crocifisso e la spianata della Rocca, mentre una breve salita conduce alla Pietra, una vetta che domina il paese e la vallata dell'Albegna. La tranquillità è sicuramente la caratteristica principale di Semproniano, un borgo in pietra dominato dai resti del Castello degli Aldobrandeschi e dalla Chiesa di Santa Croce. Splendide anche le piccole frazioni attorno a Semproniano, veri e propri gioielli dell'entroterra maremmano che meritano almeno una sosta: è il caso di Rocchette, silenzioso gruppo di case in posizione panoramica, di Catabbio, piccolo centro etrusco e poi medievale, di Cellena, affacciata sul corso del Fiora.

Sovana, Sorano e Pitigliano


Lungo la valle del Fiora è nata la civiltà del tufo, il principale elemento geologico locale che ha segnato il paesaggio in maniera originale e unica: gole profonde nella roccia e paesi costruiti interamente in nero tufo, aggrappati ai fianchi di rocce aspre, dominati da castelli, torri e campanili, importanti insediamenti etruschi e romani, come Sovana che è famosa per possedere le più belle tombe artistiche dell'antica Etruria.
La zona attorno a Sovana, Sorano e Pitigliano è unica per caratteristiche paesaggistiche e per suggestione, con interi borghi costruiti a strapiombo sul sasso, circondata da campagne disseminate di laghi, resti degli antichi vulcani che sbuffavano coprendo la terra di lava: col passare dei secoli il suolo imbevuto di lava si trasformò in una terra particolarmente friabile, il tufo. Le piogge e lo scorrere dei fiumi hanno inciso profondi solchi nel tufo malleabile ed oggi questa campagna restituisce un paesaggio modellato dalla storia geologica, una vera e propria opera d'arte che pioggia e fiumi hanno scolpito come fosse marmo.
Piccolo insediamento etrusco sopravvissuto alla conquista romana, Sorano entrò poi a far parte dei possedimenti della famiglia Aldobrandeschi che la fortificarono rendendola praticamente inespugnabile. A testimonianza della sua storia restano la poderosa fortezza e le vie per raggiungere le necropoli scavate dagli Etruschi direttamente nella nuda roccia: due di esse sono ancora oggi percorribili e conducono l'una dalla necropoli di San Rocco alle acque del fiume Lente, l'altra ad un sistema di grotte artificiali scavate nel tufo. Immerso in un paesaggio particolarmente suggestivo, Sorano conserva ancora intatto il volto e il fascino medievali: la salita al Masso Leopoldino, uno sperone di roccia che ospitava l'acropoli etrusca e poi fortificato dai Lorena, regala un panorama superbo sulle gole di tufo che circondano il paese.
Avvicinandosi alle pendici meridionali dell'Amiata si possono esplorare le deliziose frazioni attorno a Sorano: merita sicuramente una sosta la fortificazione medievale di Castelvecchio da dove si raggiungono anche le rovine del Castellaccio, un antico fortilizio medievale circondato da tombe etrusche e romane. Tra le mete nei dintorni di Sorano, Vitozza ha un fascino particolare: le cavità scavate nel tufo ricordano il paesaggio dei Sassi di Matera e fra le grotte artificiali si conservano ancora due tombe etrusche di fattura particolarmente pregevole. Sovana, antica capitale dell'alta maremma e fiera nemica di Siena, conserva buona parte delle costruzioni realizzate nel Medioevo, come la piazza, il Palazzo Pretorio e la Loggia del Capitano. E' splendida la Rocca Aldobrandesca, sebbene il fascino di Sovana si respiri soprattutto passeggiando per le stradine lastricate in pietra e immerse nel silenzio. Città etrusca circondata da fastose necropoli, Sovana fu prima municipio romano e poi sede vescovile: qui nacque il monaco Ildebrando, salito al soglio pontificio col nome di Gregorio VIII.
Ad aver lasciato però le orme più suggestive del loro passaggio sono stati senza dubbio gli etruschi, che a Sovana hanno regalato una delle necropoli più belle dell'intera Toscana. Tombe a cassa, a camera semplice, a edicola, a tempio, a nicchia, a colombario incassate nella roccia e avvolte da una vegetazione fitta e rigogliosa, sprigionano tutto il fascino di una civiltà scomparsa che della morte e del viaggio oltremondano fece il suo cardine. Il fascino del cuore medievale integro, il Monte Amiata a far da bastione naturale, la ricchezza dei reperti archeologici e la tranquillità tipica della campagna maremmana, fanno di Sovana uno dei luoghi di villeggiatura più piacevoli dell'entroterra. Chi avesse gambe ben allenate, può pensare di raggiungere Pitigliano a piedi, percorrendo l'antica strada immersa nel verde che in circa due ore di marcia conduce da Sovana al paese vicino.
Pitigliano, assieme ai vicinissimi Sorano e Sovana, completa il triangolo che venne fortificato dagli Aldobrandeschi anche se supera indubbiamente i borghi vicini per la spettacolare posizione panoramica: Pitigliano sorge su uno sperone di tufo, circondato da forre e burroni, attraversato dai possenti archi dell'acquedotto romano che termina con una bellissima fontana proprio nella piazza principale del paese. Fu insediamento etrusco e poi romano, affacciato su ben tre fiumi, il Meleta, il Lente e il Prochio, sui quali svettano le casine strette, edificate a mo' di piccole torri in pietra l'una accanto all'altra. Piccoli vicoli lastricati salgono a spirale fino alla piazza, al Duomo e alla chiesa di Santa Maria, mentre la sinagoga, il forno degli azzimi, la scuola e l'archivio testimoniano della comunità ebraica che qui visse dalla fine del Cinquecento per fuggire dalle grinfie dello Stato Pontificio.
Pitigliano sorge al centro di un territorio ricchissimo di memoria storica: dal centro si dipartono infatti le vie cave, scavate dagli etruschi nella roccia ed ancora oggi visitabili, e numerose necropoli etrusche fra le quali spicca quella detta del Gradone. Intorno ai bastioni di tufo si allarga una campagna dolce, dove si coltivano vigne e olivi che restituiscono prodotti agricoli di qualità eccellente: lo si può verificare anche nei ristoranti dove si servono generalmente poche pietanze, tanto semplici quanto buone, come piatti a base di cacciagione e pasta fatta in casa.
Le colline lungo il corso della Fiora ospitano uno dei siti etruschi meno conosciuti, detto Poggio Buco, un insediamento di età arcaica che fu poi distrutto e ricoperto da un santuario romano di età imperiale. Sulla sommità del sito si conservano ancora i resti dell'acropoli e del santuario romano mentre, più in basso, si osservano tombe etrusche a camera, parte delle quali vengono tutt'ora utilizzate dagli abitanti come stalle.

Le terme


Tra le principali caratteristiche della Maremma c'è la straordinaria ricchezza di sorgenti termali. In molte località le proprietà geotermiche vengono sfruttate per produrre energia pulita, mentre i turisti potranno apprezzare i benefici e il relax che si godono negli impianti realizzati in prossimità delle sorgenti termo-minerali.

Bagnore


C'è probabilmente l'unica sorgente termale italiana dalla quale sgorga acqua che contiene ozono, un gas che le conferisce particolari proprietà terapeutiche, antinfiammatorie e diuretiche. Le Terme di Petriolo si trovano invece in vicinanza di Pari, dove dalla roccia sgorga acqua sulfurea a circa 40 gradi: un toccasana per reumatismi, malattie delle ossa, della pelle, dell'apparato respiratorio, ginecologiche e cardiovascolari.

Saturnia


Le più celebri terme maremmane restano comunque quelle di Saturnia dove le acque sulfuree - radioattive - omeotermali, sgorgano alla piacevole temperatura di 37.5 gradi.
Il paesaggio circostante è davvero fiabesco, con piccoli ruscelli, cascatelle e laghetti immersi nel verde del bosco: i benefici delle acque termali di Saturnia e lo scenario idilliaco in cui si trovano incantarono già gli Etruschi e i Romani, e furono particolarmente apprezzate anche nel Medioevo. Saturnia, oltre alle terme, offre anche un notevole patrimonio storico e architettonico: ben poco si conserva a testimonianza della potenza raggiunta in età etrusca, mentre sono più consistenti i lasciti di epoca romana. Rimangono molti edifici pubblici e privati, oltre ad una buona parte delle mura e la Porta Romana, l'unica rimasta delle dodici che pare ornassero le mura al tempo dei romani. Nel Medioevo Saturnia appartenne agli Aldobrandeschi che dettero ordine di edificare la possente rocca che ancora oggi domina la piazza del paese. I senesi, sotto la cui dominazione Saturnia cadde nel corso del Quattrocento, fecero edificare una seconda cinta di mura in parte ancora visibili.
Le proprietà termali e curative delle acque di Saturnia si comunicarono a sfruttare nella seconda metà dell'Ottocento, in corrispondenza con la nascita del turismo di massa. Da allora Saturnia conserva il fascino di un borgo medievale intriso di storia, assieme alla vivacità di un centro turistico ormai celeberrimo dove si possono trovare sistemazioni adatte ad ogni esigenza. Attorno a Saturnia il territorio è letteralmente costellato da necropoli etrusche, se ne contano circa una ventina, e da castelli dalle fattezze medievali: la più celebre necropoli della zona è quella del Puntone dove si possono ammirare circa quaranta tombe a camera in discreto stato di conservazione.
Tra le mete nei dintorni di Saturnia è da segnalare anche Poggio Morella, che conserva i resti di una torre e di una cisterna romana.
Poco lontano da Saturnia, Montemerano è un borgo medievale quasi sconosciuto, dominato dalla possente rocca aldobrandesca e solcato da stradine tortuose che si aprono su piccole piazze molto scenografiche. Merita sicuramente una sosta e una passeggiata nel centro storico.
Manciano ha seguito un percorso storico molto simile alla vicina Saturnia, insediamento prima etrusco e poi romano, passato sotto gli Aldobrandeschi fino all'acquisto da parte di Siena. Non va sottovalutata la sua bellezza, errore che commettono invece tanti turisti diretti frettolosamente verso Saturnia. Manciano conserva infatti un bel centro storico che merita sicuramente di essere visitato a piedi, dopo aver lasciato l'auto nell'abitato moderno poco più in basso: lungo il percorso si incontrano la medievale Porta Fiorella, la chiesa parrocchiale, l'Oratorio della Santissima Annunziata e la Torre dell'Orologio. In cima al percorso si trova il Castello di Manciano, oggi sede del municipio, da dove si gode un superbo panorama che spazia dalle vette dell'Appennino alle isole del Giglio e di Montecristo. Il Museo di Manciano racconta mezzo milione di anni di storia naturale della Maremma: strumenti e utensili, ossa di enormi animali preistorici e testimonianze delle antiche civiltà legate all'estrazione e alla lavorazione dei metalli forniti dalle miniere locali, vi sono meticolosamente documentati.
Sono davvero belle anche le colline dell'entroterra maremmano che si trovano in direzione di Albinia, dove niente è addomesticato per far cosa gradita al turista.

Magliano in Toscana


E' un tranquillo borgo immerso tra gli oliveti ed è sicuramente una gradevole deviazione verso l'interno, specialmente nei mesi autunnali e primaverili. La spettacolare cinta di mura che abbraccia Magliano in Toscana, quasi completamente integra, fu eretta dai senesi nel Trecento per difendersi dagli invasori, ed è il punto di accesso ad un centro storico che conserva ancora il fascino dei tempi andati: si entra dalla Porta San Giovanni e si incontrano il Palazzo dei Priori, la pieve dedicata al Battista impreziosita da una facciata del Quattrocento e la Chiesa di San Martino, con facciata romanica e interno gotico. Per molto tempo, Magliano è stato meta di avventurieri e cercatori di tesori che giungevano fin qui nel tentativo di rinvenire il leggendario forziere di una potente città etrusca, citata in alcuni testi romani arcaici, ma della quale si sono perdute completamente le tracce in età moderna. A Magliano sono ovviamente ottimi tutti i prodotti dell'agricoltura e la cucina locale ne fa una meta da non perdere per i buongustai. Da qui si dipartono diverse strade che conducono in località degne di interesse storico e archeologico: la strada che collega Magliano a Manciano porta alle suggestive rovine di San Bruzio, una pieve romana di cui rimangono archi, capitelli scolpiti e l'abside. Poco più avanti, lungo la stessa strada, si trovano le rovine della necropoli etrusca del Cancellone. La strada che collega Magliano ad Albinia permette di visitare invece le modeste rovine della città etrusca di Caletta.
Probabilmente è la strada più bella della Maremma, quella che collega Magliano a Scansano, un borgo tipico arroccato sulla sommità di una collina e circondato da boschi fitti e ombrosi. La strada, fiancheggiata da sugheri secolari, offe un panorama mozzafiato che include l'Argentario e il Giglio, costeggiando colline punteggiate da castelli e pievi antiche. A Scansano si produce il vino più celebre della Maremma, il Morellino Doc e proprio le produzioni agricole di eccellente qualità e l'aria buona costituiscono le principali attrattive di questa tranquilla località collinare. Già nei secoli scorsi, le autorità di Grosseto si trasferivano a Scansano nel periodo estivo, per sfuggire alla malaria e godersi il fresco dei poggi durante il solleone: nei mesi di alta stagione Scansano è una vivace località dove ogni giorno si organizzano manifestazioni per sollazzare i turisti, mentre nei mesi invernali riassume le sue caratteristiche di borgo tranquillo e silenzioso. Naturalmente la sistemazione ideale per godere della campagna intorno a Scansano è trovare alloggio in uno dei numerosi agriturismi della zona, che spesso offrono anche la possibilità di degustare un eccellente Morellino di produzione propria.
Proseguendo nella scoperta delle dolci colline a sud di Scansano, si trova in posizione dominante e ben protetto da una poderosa cinta di mura, l'abitato di Ghiaccioforte. Fu costruito dagli Etruschi nel IV secolo a.C. e fortificato per difendersi da Cartaginesi e Romani: ancora oggi si conservano i resti di abitazioni e botteghe e un forno usato per la fusione dei metalli. Dagli insediamenti sul pianoro di Ghiaccioforte si abbraccia un panorama splendido, che comprende l'Argentario, le isole dell'Arcipelago e le colline del vicinissimo Lazio.
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